Dedichiamo il primo articolo della nostra nuova Rubrica al rischio ed alla prevenzione della Sindrome Metabolica. Si tratta di una nuova patologia 'sociale' che si sta sviluppando negli Stati Uniti e in Europa con una diffusione piuttosto estesa presso fasce di popolazione con stile di vita sedentario ed alimentazione disordinata. Alessandro Zirpoli, biologo-nutrizionista esperto in scienze motorie, ci spiega che è possibile contrastare l'insorgenza di questa sindrome problema o ridurne gli effetti con allenamenti studiati ad hoc

Per sindrome metabolica si intende una condizione metabolica che predispone un soggetto a determinati fattori di rischio cardiovascolari.
I segnali che ci indicano che potremmo trovarci in tale condizione sono:

1) Circonferenza vita superiore a 102 negli uomini e 88 nelle donne (obesità addominale)
2) Glicemia a digiuno uguale o maggiore di 100mg/dl insulino resistenza e diabete di tipo 2
3) Trigliceridi maggiori di 150mg/dl (ipertrigliceridemia)
4) Colesterolo HDL inferiore a 40mg/dl negli uomini e 50mg/dl nelle donne
5) Pressione arteriosa sistolica 130mmHg, diastolica 85mmHg (ipertensione)

Per far si che venga diagnosticata la sindrome metabolica è necessario che vi siano contemporaneamente almeno 3 dei 5 indicatori sopra citati.
Come è semplice capire però anche uno solo di questi dati è un campanello di allarme che deve farci intervenire immediatamente per far si che la situazione non peggiori.
Le maggiori cause sono la sedentarietà e un’eccessiva alimentazione, queste provocano nel tempo sovrappeso e obesità.
Fatta questa panoramica è facile intuire come cambiando il nostro stile di vita possiamo ripristinare una condizione metabolica ottimale, l’attività fisica è la miglior cura contro la sindrome metabolica. La sindrome metabolica spesso è parallela all’insulino resistenza questa è una condizione che rende difficoltosa la perdità di peso in quanto riduce la capacità dei nostri muscoli di utilizzare l’energia che assumiamo con il cibo e in questo modo tale energia viene depositata negli adipociti contribuendo ad aumentare la circonferenza addominale e il grasso viscerale.

L’attività fisica permette ad esempio ad un soggetto con insulino resistenza di utilizzare il glucosio nel sangue senza l’utilizzo dell’insulina e questo contribuisce a ridurre la glicemia, inoltre l’allenamento innesca l’aumento dei mitocondri cellulari che sono le nostre centrali energetiche, migliorando così sia l’ossidazione dei carboidrati che dei grassi


In risposta a questa nuova sfida e consapevole del ruolo sociale che i centri fitness possono svolgere insieme ai medici nel contrastare questa epidemia metabolica la palestra Corpea ha deciso di investire sulla formazione dei tecnici per ideare un percorso con allenamenti specifici per prevenire e ridurre la sindrome metabolica, da questa filosofia nasce “METABOLIC RECOVERY”, un vero e proprio percorso della salute
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