Intervista a FRANCESCO GIBIINO CORPEA 3D KICK JUNIOR del 15.7.2024
A cura di: DANIELA PICCONE
Oggi la nostra intervista è con Francesco Gibiino, personal trainer e responsabile dei corsi per il settore combat della nostra palestra.
Ormai sono trascorse tre stagioni dal lancio di Corpea 3D. Possiamo fare un primo bilancio?
Senz’altro positivo. Per una decina d’anni abbiamo avuto un corso unico con allievi dai 10 ai 15 anni. Dal 2022, e in particolare in questa stagione, abbiamo tarato la scelta e diversificato i gruppi: uno con i ragazzi dai 12 ai 14 anni e uno con quelli dai 15 ai 18. I corsi, che si tengono in orari diversi del pomeriggio, hanno riscosso un grande successo di partecipazione.
Ormai sono più di venti anni che lavori anche con i bambini e i ragazzi, perché consigli alle famiglie di far praticare la Kick Boxing ai loro figli?
La kick boxing è uno sport completo che può essere praticato a tutte le età. La metodologia di allenamento contribuisce a una crescita sana dei bambini e dei ragazzi, al loro sviluppo da un punto di vista caratteriale e al recupero della capacità motorie e coordinative di base che si “perfezionano” prioritariamente entro i 14 anni di età. Inoltre, è uno sport che consente di superare alcuni deficit che spesso gli allievi presentano, anche a causa di un uso a volte eccessivo dei social e degli strumenti tecnologici che li portano a rimanere seduti nelle loro camerette sottraendo tempo prezioso ad attività sportive e sociali in presenza.
Ma all’interno di una lezione cosa implica questa ‘cattiva abitudine’ nell’uso dei social?
Durante la lezione ti rendi conto che c’è qualche difficoltà a mantenere un livello alto e continuo di attenzione. Il rapporto “individuale” che i ragazzi sono abituati ad avere con lo schermo del loro telefono o tablet a volte rappresenta un ostacolo sia nell’interazione con gli altri che nella capacità di alcuni di osservare e replicare un esercizio da svolgere.
E i genitori come si inseriscono in questo contesto?
La mia percezione è che, magari dopo qualche diffidenza iniziale, tutti i genitori sono molto contenti dei risultati ottenuti dai ragazzi, proprio perché vedono un’evoluzione sia atletica che comportamentale. Lo sparring condizionato, cioè il momento in cui a coppie si provano, con le protezioni, le tecniche predefinite insegnate dal maestro, aderendo proprio al significato inglese della parola, cioè “condivisione”, è il momento in cui si interagisce con il proprio compagno e si mette a frutto quanto appreso nella fase di allenamento individuale.
Qual è il valore che questi ragazzi riescono ad apprezzare di questo sport rispetto ad altre discipline?
Innanzitutto, la preparazione atletica completa poiché coinvolge praticamente tutti i distretti muscolari del corpo. Non solo, ci si abitua al confronto e, chi vuole, al contatto fisico, fattore cha aiuta a superare le paure e le inibizioni tipiche dell’età adolescenziali e regala un senso di maggiore sicurezza anche nel rapporto con gli altri. Ci tengo a sottolineare una cosa: tutto avviene nella massima sicurezza e assecondando la volontà dei ragazzi. Ognuno fa ciò che sente di poter fare e noi li aiutiamo a superare le loro difficoltà in maniera assolutamente graduale.
I ragazzi dove si informano sulle attività che svolgiamo?
Sicuramente molto sui social e poi con il passaparola: spesso un compagno di classe, che già frequenta il nostro corso, ne ha parlato agli altri con entusiasmo.
Cosa puoi dirmi delle motivazioni che li portano qui?
Prima di tutto, come abbiamo già detto, fare un’attività fisica completa. Poi, ognuno ha sicuramente le proprie motivazioni che si manifestano nel corso della stagione.
Cosa faresti vedere di questo sport a chi non lo conosce, se fossi un regista cosa gireresti/rappresenteresti?
Farei percepire quanto sia naturale fare uno sport del genere, che non è affatto rischioso, quanto sia naturale muoversi nello spazio, imparare a correre, essere armonici, stare in mezzo agli esseri umani e, cosa che non guasta, il sapersi anche difendere da eventuali soprusi. Fare questo sport è un modo per prendersi cura di se stessi e migliorare il rapporto con il proprio corpo. Regala una consapevolezza assoluta delle proprie caratteristiche fisiche e possibilità: crescendo il livello dell’allenamento, infatti, si progredisce e questo dà soddisfazione, inoltre, il confronto con l’altro fa acquisire sicurezza apportando un riflesso positivo sulla vita di tutti i giorni.
Quindi mi vuoi dire che possono praticare la kick solo i maschi?
Non scherziamo! La kick è uno sport assolutamente adatto a tutti, anzi avessi una figlia glielo consiglierei vivamente. Non a caso i nostri corsi sono pieni di ragazze.
Parliamo del nuovo progetto di CORPEA KIDS che si rivolge ad una fascia d’età ancora più bassa…
Lo proporremo a settembre con Diego, un mio giovane e capace collaboratore, e sarà rivolto ai bambini tra i 9 e gli 11 anni. Insegneremo tante attività motorie di base, l’occupazione degli spazi e a sviluppare, con esercizi specifici, la fiducia nell’altro.
E per la prossima stagione come aprirà CORPEA 3D?